Ma che fai?

Il verbo italiano "fare" è tradotto in inglese in molti modi, a seconda che sia seguito da un complemento oggetto (ossia dal nome della cosa che viene fatta) o da un altro verbo — in espressioni come "fammi vedere le fotografie" o "farò lavare l’auto."

Cominciamo dal primo caso, nel quale al verbo FARE italiano corrispondono anzitutto i verbi do e make, ma anche molti altri. Ad esempio, "fare attenzione" e "fare una visita" sono pay attention e pay a visit, con il verbo to pay che in altri contesti significa "pagare." Spero che nessuno lo trovi particolarmente strano: in italiano diciamo anche "prestare attenzione" come se l’attenzione fosse qualcosa che vogliamo indietro dopo averla consegnata per qualche tempo agli altri — come se questo "prestare" fosse lo stesso di "prestare denaro."

Qual è la differenza tra do e make? Molti testi presentano delle "regole" che però funzionano poco e male, come quelle che distinguono tra attività intellettuali e attività pratiche, a cui corrisponderebbero rispettivamente do e make. Make è certamente il fare materiale, il fabbricare e costruire: Made in Italy, prodotto in Italia, è un’espressione che gode di ampio prestigio nel mondo.

 

Mother is making a cake, la mamma sta facendo una torta, è un esempio che viene dato spesso a questo proposito. E in effetti, la torta prima non c’era e dopo il lavoro della mamma c’è. A tutt’altro livello troviamo frasi come Let us make man in our image "facciamo l’uomo a nostra immagine" e Maker è uno degli attributi di Dio in quanto creatore.

Ci sono però dei casi che possono lasciare perplessi: make money non è "fabbricare denaro" ma "far soldi, arricchirsi;" e in to make progress, "far progressi," può non esserci alcun riferimento a attività materiali — nel senso che uno può far progressi nella conoscenza di una materia o nella comprensione di qualche problema. Per converso, to do business, "fare affari," può essere un’attività pratica, a volte frenetica.

Un’altra coppia di esempi può essere chiarificatrice: se fate un esercizio e commettete degli errori, You do an exercise and you make mistakes in it. Come mai due verbi diversi se l’attività è intellettuale in entrambi i casi? La differenza è che un esercizio è già pronto, preparato da altri — eventualmente è un insegnante che makes an exercise nel senso che lo redige, lo prepara; ma gli sbagli sono il frutto della creatività di chi li commette.